lunedì 27 ottobre 2014

provini - Il giorno zero, Sandro Serafini


Il giorno zero
                                        Sandro Serafini


L'aurora rischiarava le sagome dei palazzi della città. Iniziava ad albeggiare e una luce brillante rendeva tutto più definito, netto. La notte stava ritirando veloce il suo buio, come se il sole prepotente volesse scacciar via le tenebre. Elena socchiuse gli occhi e respirò a fondo l'aria ancora frizzante della notte. <<E' ora di muoversi>>, disse.

Era il giorno zero per Marco, il giorno in cui tutti i sogni di una vita felice insieme svanivano tra una lacrima e una parola non detta.

Lui era già li, davanti alla finestra, cosciente del piccolo e ultimo viaggio da affrontare. Elena lo baciò e lo abbracciò da dietro, bisbigliandogli qualcosa all’orecchio, poi impugnò un po’ tremante la carrozzina e uscirono di casa. Bello per lui sentire il calore di una calda mattina di maggio,dove il sole rendeva tutto più bello, tranne quel giorno. Arrestò bruscamente la spinta di Elena, non poteva non fare le ultime coccole a Ben, il suo mastino che con fare delicato si appoggiava a lui, leccandogli la mano dolcemente, quasi cosciente che le forze lo stavano abbandonando.

Elena si commosse da quel gesto, e riprese la sua spinta attraversando tutto il giardino della loro casa comprata da qualche anno.

Attraversarono la strada, e in breve raggiunsero le sponde del lago dove si erano conosciuti undici anni fa.

Marco era un giovane avvocato alle prime armi, e spesso il sabato mattina si ritrovava a correre intorno al suo perimetro per smaltire gli innumerevoli pranzi al fast food sotto il suo studio, mentre Elena approfittava delle belle giornate per portare fuori suo figlio Diego, un bambolotto di appena diciotto mesi senza il papà, scappato con una giovane straniera in un luogo sperduto dell’ Europa.

I primi sguardi, le prime parole, i primi appuntamenti, e il primo bacio scambiato proprio lì, davanti al Lago Maggiore, dove Marco cercava di pulire amorevolmente il vestitino del piccolo Diego dopo un involontario rigurgito.

Dopo undici anni, tutto era cambiato: ora era Marco che guardava gli altri correre, mentre Elena non spingeva più Diego, ma suo marito. La cosa che però stava per cambiare più di tutte era la vita di Elena, perché quello era il giorno zero.

Il giorno zero è il giorno in cui ogni tempo è scaduto, ogni cosa finisce, e tutto il tempo a venire è un regalo di Dio. Di Elena e Marco rimase l’ultimo luogo dove insieme sono nati, e insieme si lasceranno.

Erano lì, in silenzio, sulle sponde del lago, vedendo l’acqua limpida come lo sono stati questi undici anni d’amore insieme.

<<Ricordo…ricordo…tutto>>, biascicò Marco.

Era debole, inerme, con la saliva che spesso usciva dalla bocca per il non poter deglutire normalmente. La malattia l’aveva devastato.

Elena aveva il volto già rigato dalle lacrime.

<<Mi dispiace Marco…mi dispiace per tutte le volte che non ti ho capito…per quelle volte che ti ho fatto arrabbiare…per tutte le cose che hai dovuto sopportare a causa della mia situazione…>>.

Marco cercò di allungare faticosamente la mano verso di lei.

<<Amore…mio…no…dai…non fare…così>>, mormorò lui.

Elena gli prese la mano.

<<Diego ti ha sempre visto come un papà…anche se non ti ha mai parlato come un vero figlio e il vostro rapporto non era idilliaco…lui ti ha sempre voluto bene>>.

Marco indicò la sua borsa, voleva acqua.

Elena prese il bicchiere di plastica da dentro la borsa, lo riempì e aiutò Marco a bere.

<<E io…ho voluto bene…a voi…vi ho amato…come se…foste stati…sempre miei>>

Marco accusò all’improvviso violenti colpi di tosse, sporcandosi la camicia con un po’ di saliva. Elena prese un fazzoletto e, chinandosi verso di lui, cercò di pulirlo.

<<Sembro Diego…vero?...esattamente come undici…anni…fa>>

Elena si intenerì.

<<Sei stato sempre un vero uomo, Marco..ti ho apprezzato per questo>>.

Il silenzio cadde tra loro, ognuno preso dai ricordi e dall’emozione di quella conversazione.

<<Diego sarà qui tra poco…oggi mio padre non lo ha accompagnato a scuola per farlo venire qui. Sei contento?>>

Marco non rispose. Marco non viveva più. Marco spirò con il ricordo di quegli undici anni che avevano cambiato per sempre la sua vita e quella di Elena.

Il giorno zero non lo fermi, perché il giorno zero è un treno che sfreccia veloce sui binari della vita, portando via in quell’attimo tutto ciò che trova. Il giorno zero è spietato, non aspetta, non perdona.

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