lunedì 27 ottobre 2014

provini - Pezzi di un insieme di vita da ricomporre, Spiriticchio


Pezzi di un insieme di vita da ricomporre
Spiriticchio


L’aurora rischiarava le sagome dei palazzi della città. Iniziava ad albeggiare e una luce brillante rendeva tutto più definito, netto. La notte stava ritirando veloce il suo buio, come se il sole prepotente volesse scacciar via le tenebre. Elena socchiuse gli occhi e respirò a fondo l’aria ancora frizzante della notte."E’ ora di muoversi", disse.

Gli è sempre piaciuto giocare con le nuvole.Volgere lo sguardo al cielo e cercare nei nembi tutte le forme più assurde che la fantasia gli suggeriva.Ha dato vita a draghi e cavalli ,volti pensierosi o sorridenti e in fondo ,in mezzo a quei messaggeri di pioggia ,non faceva altro che rintracciare la sua essenza ,a volte quieta ed innocua ,delle altre temporalesca e pronta ad esplodere.La sua fragilità non gli faceva vedere le meraviglie nascoste in lei ,si chiudeva spesso nel suo mondo dove si rifugiava quando il mondo attorno la voleva rapire per plasmarla in qualcosa di finto…Ombre e pensieri accendono dibattiti :Sto facendo la cosa giusta ho è solo una momentanea perdita d’equilibrio ,in fondo ….tutto sommato…..ma no no è la cosa giusta e poi non poteva continuare …….Questa volta non sarebbe tornata sui suoi passi,era lontana da ciò che la faceva soffrire decisa a non tornare più indietro.Era stanca ,esausta e soprattutto avvilita .Chissà se sarebbe riuscita a cominciare a vivere invece che limitarsi a sopravvivere .Due sue care amiche d’infanzia ,Veronica incallita single,più giovane di lei con una energia eccezionale,Francesca sua coetanea, reduce da vicissitudini sentimentali, con cui c’è una buona affinità, anche se appartengono a ritmi e stili di vita differenti,sapendo del suo ritorno in città s’erano fatte vive per salutarla,si chiusero nella stanza che i suoi genitori avevano preparato per il suo ritorno,incominciarono a parlare scherzando,come si fa tra donne,intanto si era rifugiata sulla sua nuvoletta personale e ascoltava il vociare nella stanza, a volte rispondeva dando l’impressione della sua presenza,improvvisamente s’è sentita tirare una manica,ha guardato in basso e una faccina tonda con gli occhi azzurri e i capelli corti biondissimi le stava dicendo:”tu chi sei?”, poi vide Filippo seduto di fronte a lei,con gli occhi azzurri dietro gli occhiali ,aveva un taglio di capelli super-corto, che rispecchiava la sua posizione da serio Manager di trentacinque anni.Quello che gli stava tirando la manica era suo figlio Domenico, identico a lui.Aspettava una mia risposta, avrebbe voluto raccontargli intere favole in cui era principessa, fata, regina, come piace ai bambini, ma gli disse soltanto:“Sono Elena e ti voglio già bene”. Gli è piaciuta come risposta. E’ andò subito a comunicarlo gioioso a sua madre.Le ricorda lei a quell’età, quando passava le estati in questa casa,Filippo la salutò e ritornò a giocare con suo figlio Domenico,mentre lei continuò a dedicarsi alle sue amiche,aveva raccontato il meno possibile di lei,le interessavano molto di più loro con le loro vite e i loro giorni che passavano

dove era nata, nella terra dove ha lasciato intatte le sue radici mai essiccate, Perché soffro così tanto? -si chiese ,si sentiva più extraterrestre qui dove è nata, di dove viveva con Luigi.E’ una considerazione desolante: chi va via da un posto, immancabilmente non è più né da una parte, né dall’altra.Ha visto la sua immagine riflessa nello specchio di un comò antico,composto da tanti riquadri che rendono il riflesso dell’immagine frammentata, otto per la precisione,desiderava essere Elena tutta intera, omogenea e coerente.Veronica e Francesca giunsero al momento di salutarla per far ritorno nelle loro rispettive case dove da li a poco tempo più tardi si sarebbero dovute preparare per pranzare .

Sua cugina Maria, l’ha raggiunse chiedendogli :“Tutto bene?”

Erano cresciute assieme,ma erano venti anni che non si rincontravano,guardandola ebbe l’impulso forte di piangere e di raccontarle tutto, ma non poteva, non adesso, le disse soltanto: “ Più o meno. Sono molto stanca “-rispose

“ ti va di chiacchierare un po’ con me ? è da molto tempo che non lo facciamo,sono curiosa di sapere come hai passato questi anni senza la mia compagnia “-chiese Maria

“ Vorrei riordinare la stanza Veronica e Francesca non mi hanno dato il tempo di provvedere mi hanno bombardata di racconti e aneddoti delle loro vicissitudini,ho la testa piena di parole… “-aggiunse Elena

La guardò e le diede un bacio sulle guancia ,Elena ebbe l’impressione che avesse percepito qualcosa di strano in lei ma sapeva che appena fosse stata pronta per una confessione sarebbe andata da lei ,ora non era il momento e questo Maria l’aveva capito,l’aveva vista crescere e conosceva ogni singolo atomo che componeva il suo corpo .Si sentiva così confusa... Doveva riordinare tutte le idee prima di poter parlare a qualcuno.Maria era accanto a lei il giorno delle sue nozze come testimone, emozionata e con gli occhi lucidi,ma felice per il traguardo che stava raggiungendo,lei che aveva trent’anni,due figli un marito,ma sempre gli stessi occhi,quelli che conoscono i suoi dolori più acuti e tutte le sue incertezze.Una cosa era certa: stava cambiando qualcosa dentro di Elena,inevitabilmente!,anche nel rapporto con suo marito Luigi,si era incrinato qualcosa.Guardò ancora il riflesso della sua immagine scomposto nei riquadri di vetro,pezzi di un insieme di vita da ricomporre.Un pezzo era l’Elena bambina, vissuta in un paesino del sud adorata e protetta per lungo tempo da un ambiente familiare molto speciale. Un altro pezzo era l’Elena ragazza, studente universitaria con migliaia di prospettive per il suo futuro, ottimista e fiduciosa nel proprio avvenire. Un pezzo era l’Elena moglie efficiente e compìta di un uomo che le avrebbe cambiato la vita. Un pezzo era l’Elena ineccepibile professionista rispettata da colleghi e subalterni come pochi. Un pezzo era l’Elena insoddisfatta di sé e della sua vita di donna. Troppi pezzi, difficilmente conciliabili, o almeno così le sembrava. Fra l’altro mancava un pezzo importantissimo che non c’era nello specchio e non sapeva se vi avrebbe mai fatto comparsa.Era il pezzo Elena-mamma. Al solo pensiero si sentì soffocare da quel nodo così forte che aveva avvertito acquattato in un angolo del suo cuore .

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