mercoledì 21 gennaio 2015

provini - Inverno a Stoccolma, Angela Parise

Inverno a Stoccolma
Angela Parise



L’aurora rischiarava le sagome dei palazzi della città. Iniziava ad albeggiare e una luce brillante rendeva tutto più definito, netto. La notte stava ritirando veloce il suo buio, come se il sole prepotente volesse scacciar via le tenebre. Elena socchiuse gli occhi e respirò a fondo l’aria ancora frizzante della notte. <<E’ ora di muoversi>>, disse.

Non si era accorta che vicino a lei non c’era nessuno: il posto accanto al suo era vuoto; i cuscini e la coperta non sembravano essere stati neppure disfatti.

Rimase per qualche istante sospesa nel niente, poi si ricordò.

Lei e Jan avevano litigato la sera precedente e lui se ne era andato a dormire sul divano.

Ora però aveva coscienza del fatto che restava poco tempo: quello che non aveva fatto in quindici anni ora diventava impellenza.

Andò in cucina per mettere il bollitore sul fuoco: raggiunse la sala e lo trovò addormentato. Lo guardò qualche istante prima di svegliarlo e solo allora comprese di non averlo mai dimenticato: non era bastato mettere dei chilometri, cambiare vita, percorso di studi, amici. Non era stato sufficiente tentare di rifarsi una vita: quello che ti perseguita per anni, poi finisce per bussarti nuovamente alla porta.

E lui lo aveva fatto ma la vita questa volta non aveva lasciato possibilità di appello.

“Per favore svegliati. Il dottor Jensen ci aspetta tra poco più di un’ora.” Non lo aveva svegliato con il solito bacio e si era limitata a poche, concise parole. Lui si svegliò e lei notò quello che nelle ultime settimane non aveva ancora notato: lo sguardo incavato, gli occhi spenti di chi sta pericolosamente contrattando con la morte.

***

Molti anni prima, in una giornata invernale, una violenta pioggia aveva colto Elena totalmente impreparata: la mattinata era stata un autentico disastro dopo un risicato cinque di latino e l’interrogazione di matematica. Non era affatto tranquilla: desiderava solo andare a casa, mangiare e buttarsi nel letto.

Poi era arrivato quell’acquazzone e lei si era ritrovata sotto la pensilina completamente bagnata aspettando con impazienza l’autobus.

Non ci aveva fatto caso ma al suo fianco stava seduto lui, fradicio esattamente come lei ed in attesa come lei di un bus che lo riportasse a casa.

Non lo aveva mai visto e, data la sua curiosità, volle indagare.

“Non ti ho mai visto da queste parti…”

Lui rise.

“Diciamo che non sono di qui.”

Era iniziata una lunga chiacchierata: il tipo, dal chiaro accento straniero e dalle chiare fattezze nordeuropee, spiegò di essere giunto in Italia solo un paio di settimane prima grazie ad un progetto di studio e di abitare con una famiglia del posto che lo avrebbe ospitato nei successivi sei mesi. Lui, di origine svedese, studiava italiano e sognava di laurearsi al più presto e di trovare lavoro presso una casa editrice.

Per Elena, che non era di certo una studentessa modello, i modi fermi e decisi di quel nuovo amico che veniva dal nord, erano stati quasi come una molla. Nel corso del tempo, avrebbe dimostrato di avere un’idea chiara su quello che voleva fare in futuro.

Non aveva contato gli imprevisti.

***

Non era stato facile, ma era stato coinvolgente fino allo stremo.

Due anni in cui Elena, se da un lato sapeva di avere davanti al naso l’unico amore della sua vita, dall’altro malediceva il giorno in cui lo aveva incontrato.

I genitori di Jan avevano sempre osteggiato il loro rapporto definendolo poco più di un capriccio: a Stoccolma aveva una fidanzata ufficiale che i suoi conoscevano sin dagli anni dell’infanzia e lui continuava a dividersi tra una donna che amava ma che stava a molti chilometri di distanza e una che invece aveva praticamente sotto casa e che era benedetta da tutta la sua famiglia.

Elena era andata avanti così per molti mesi poi, con la morte nel cuore aveva detto basta.

Si era convinta di dover ricominciare tutto daccapo: sebbene lui fosse stato l’uomo che per primo l’aveva amata come si ama una donna e con il quale aveva conosciuto ogni più intima sfumatura dell’amore, ora era arrivato il momento di smettere di prendersi in giro.

Si erano divisi e lui non si era neppure dispiaciuto: quasi come se liberarsi di lei, gli avesse tolto un peso.

Lei si era iscritta all’università, aveva trovato un nuovo fidanzato e le cose erano ritornate come erano.

Uno a Stoccolma.

L’altra a Torino.

***

Quella mattina, preparando un thè caldo, Elena ritornò più volte col pensiero a quegli anni e capì che la vita stava presentando loro un conto troppo salato: di sicuro era stata la punizione per non avere avuto il coraggio di vivere appieno i loro sentimenti. Jan era stato colpevole di aver scelto la strada più semplice; lei di averglielo permesso.

Effettivamente era stato un disastro: lui si era separato dopo soli tre anni di matrimonio; lei non si era mai sposata. L’uno perché aveva sposato una vera poco di buono; l’altra perché aveva lasciato un fidanzato tirchio e con l’insana abitudine di comandarla.

Ed ora erano nuovamente lì, dopo essersi ritrovati quasi per caso molti anni più tardi, ognuno con una quantità industriale di scheletri nell’armadio e di scuse da chiedere. Non era stato facile: era chiaro per entrambi che certi sentimenti erano ancora vivi e vegeti ma nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dirselo in faccia.

Dopo un iniziale rifiuto a rivedersi, la cosa più naturale era stata quella di proporsi una storia senza impegno: tuttavia, ambedue sapevano che una storia di solo sesso, nelle loro condizioni e con quello che c’era stato prima, avrebbe solo potuto portarli a separarsi nuovamente.

Poi lui si era deciso a dirle la verità.

“Ho un tumore. È solo questione di mesi.”

Ed Elena, senza farsi troppe domande aveva lasciato Torino in un freddo gennaio ed era corsa da lui.

Alcuni mesi dopo…

Il sole sorge sulla baia asciugando le ultime gocce di rugiada notturna.

La casa in campagna vicino Uppsala accoglie la loro ritrovata felicità.

Elena per l’ennesima volta guarda Jan che dorme e non le sembra vero che la vita le abbia dato una seconda possibilità: tutto quello che non aveva mai ritenuto possibile, ora le si palesa chiaramente davanti agli occhi.

Lui sta guarendo: a lei sembra quasi che qualcuno lassù li abbia voluti punire e poi perdonare per gli errori compiuti in passato.

Ma ora hanno capito e non permetteranno che l’amore li abbandoni di nuovo.

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